New York non dorme mai, e neppure i suoi demoni.
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«Clary, tu sei un'artista, come tua madre. Questo vuol dire che vedi il mondo in modo diverso dalle altre persone. È il tuo dono vedere la bellezza e l'orrore delle cose di tutti i giorni. Non sei pazza per questo... soltanto diversa. E non c'è niente di male a essere diversi.» |
«Stavo ridendo perché le dichiarazioni d'amore mi divertono, soprattutto
quando si tratta di amori non corrisposti» |
«Come ha fatto a capirlo?» chiese all'uomo alla scrivania.
«Che mi piacciono i libri, voglio dire.»
«Dall'espressione che avevi quando sei entrata» spiegò lui,
alzandosi in piedi. «Chissà perché, ma ho pensato
che non fossi io il motivo di tanta ammirazione.» |
«Lui è Hugo» disse l'uomo toccando l'uccello.
«Hugo è un corvo, e in quanto tale sa molte cose.
Io invece sono Hodge Starkweather, insegnante di storia,
e in quanto tale non so quasi nulla.»
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«Non è divertente, Jace» lo interruppe Alec alzandosi rabbioso.
«Hai intenzione di permettere che se ne stia lì a insultarmi?»
«Sì» rispose Jace molto tranquillamente.
«Ti farà bene... Cerca di considerarla una prova di resistenza.» |
«Come facevi a sapere che ho del sangue di Shadowhunters? C'era un modo per esserne sicuro?»
L'ascensore arrivò con un ultimo brontolio. Jace aprì la grata. L'interno, tutto metallo nero e decorazioni dorate, ricordò a Clary una gabbia per uccelli. «Ci ho provato» ammise lui chiudendosi la porta alle spalle. «Mi sembrava la spiegazione più plausibile.»
«Ci hai provato? Dovevi esserne abbastanza sicuro, considerato che avresti potuto uccidermi.»
Lui premette un pulsante sulla parete e l'ascensore si mise in azione con un sobbalzo e un grugnito vibrante che Clary si sentì nelle ossa dei piedi. «Ero sicuro al novanta per cento.»
«Capisco» disse Clary.
C'era qualcosa di strano nella sua voce, perché Jace si voltò a guardarla. La mano di Clary lo colpì al volto con uno schiaffo che lo fece sobbalzare. Lui si portò una mano alla guancia, più per la sorpresa che per il dolore. «Perché diavolo l'hai fatto?»
«Per l'altro dieci per cento» |
«Non hai mai sentito dire che la qualità
più attraente in una persona è la modestia?»
«Vale solo per le persone brutte» rispose Jace. «Forse un giorno gli ultimi saranno i primi, ma per ora sono i vanitosi a divertirsi di più.» S |
Guarda, scordatelo proprio, va bene? Sta' alla larga dalle mie spade. Anzi, non toccare nessuna delle mie armi senza il mio permesso.»
«Uffa, ecco che se ne va a monte il mio piano per venderle tutte su eBay» borbottò Clary.
«Venderle dove?»
Clary gli fece un sorriso innocente.
«Un luogo mitico con un grande potere magico.» |
«Se fossi divertente la metà di quello che credi, ragazzo mio,
saresti il doppio più divertente di quello che sei.» |
«Le fate sono angeli caduti» intervenne Dorothea. «Esiliati dal paradiso per il loro orgoglio.»
«Questo è quello che dice la leggenda» commentò Jace. «Si dice anche che siano il frutto dell'unione di demoni e angeli, cosa che mi è sempre sembrata più probabile. Il bene e il male che si mescolano. Le fate sono belle come teoricamente dovrebbero essere gli angeli, ma in loro c'è anche molta malizia e crudeltà. E la maggior parte di loro evita la luce del giorno...» |
«Ho la possibilità di scegliere?»
«Abbiamo sempre la possibilità di scegliere» |
Tu sei il mio migliore amico» disse Clary. «Non ero arrabbiata con te.»
«Sì, be', però evidentemente non ti sei preoccupata di chiamarmi e dirmi che ti stavi dando da fare con un fighetto biondo tinto che probabilmente hai incontrato al Pandemonium» rispose acido Simon. «Mentre io ho passato tre giorni a chiedermi se non fossi morta.»
«Non mi stavo dando da fare con nessuno» disse Clary, contenta che il buio nascondesse il rossore che le era spuntato in volto.
«E io sono biondo naturale» precisò Jace. «Tanto per la cronaca.» |
Simon tornò a guardare Clary. «È tutto vero?» Aveva gli occhi semichiusi, come se si aspettasse che lei gli dicesse che era tutta una bugia e che in realtà Jace era uno psicopatico pericoloso scappato dal manicomio con cui lei aveva deciso di fare amicizia a scopi umanitari. |
«Il sarcasmo è l'ultimo rifugio di chi ha finito tutte le altre idee» |
«Questa è la parte in cui tu ti strappi la maglietta e mi fasci la ferita?» scherzò lei con un filo di voce. Odiava la vista del sangue,
soprattutto del proprio.
«Se tutto quello che volevi era che mi togliessi i vestiti, bastava chiedere.» |
Anche mezzo agghindato da cacciatore di demoni, pensò Clary, Simon aveva l'aria del bravo ragazzo che ti viene a prendere a casa ed è educato coi tuoi genitori e fa le coccole al tuo cane.
Jace, invece, sembrava il tipo di ragazzo che viene a casa tua e le dà fuoco. |
«Se prendere le cose alla lettera fosse una malattia mortale,
tu saresti morta da piccola» |
« [...] ho capito che non avevo smesso di credere in Dio. Avevo solo smesso di credere che gliene importasse qualcosa di noi. Dio forse esiste, Clary, o forse no, ma non credo che abbia importanza. In ogni caso ce la dobbiamo cavare da soli.» |
C'era una data incisa sul basamento, 1234,
e attorno a essa le parole: NEPHILIM: FACILIS DESCENSUS AVERNI.
«Quella sarebbe la Coppa Mortale?» chiese Clary.
Jace annuì. «E quello è il motto dei Nephilim... dei Cacciatori.»
«Cosa vuol dire?»
Il sorriso di Jace fu un lampo bianco nell'oscurità.
«Significa "Cacciatori: strafighi in nero dal 1234".»
«Jace...»
«Significa» disse Geremia «"La discesa all'Inferno è facile".» |
«Noi Shadowhunters viviamo in base a un codice e quel codice non è flessibile. Onore, colpa, pena, sono tutte cose reali per noi, e non hanno nulla a che vedere con la religione, ma solo con chi siamo. Questo è quello che sono, Clary» disse disperatamente. «Sono un membro del Conclave. È nel mio sangue e nelle mie ossa. E allora dimmi, se sei così sicura che non è stata colpa mia, perché il primo pensiero che ho avuto quando ho visto Abbadon non è stato per i miei compagni ma per te?»
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«Non ti avevo letto le foglie del tè, Cacciatore?
Ti sei già innamorato della persona sbagliata?»
Jace disse: «Purtroppo, Signora del Rifugio,
il mio unico vero amore resto io stesso.»
Dorothea scoppiò in una risata:
«Almeno non ti devi preoccupare di essere respinto, Jace Wayland.»
«Non necessariamente. A volte mi dico di no,
tanto per non farmi perdere interesse.» |
«Si dice che i Nephilim siano i figli degli uomini e degli angeli. Tutto ciò che ci ha lasciato questa discendenza dagli angeli è una maggiore altezza da cui precipitare quando cadiamo.»
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«Be', se vuoi sporgere la testa fuori dal finestrino, fai pure.»
Sorridere le faceva male, ma in un modo buono.
Luke scoppiò a ridere. «Guarda che sono un lupo mannaro,
non un labrador.» |
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