Recensione | Sorcery of Thorns, di Margaret Rogerson


 Recensione 


Buongiorno Inkers e buon martedì, come state? Io oggi sono a lavorare in ufficio - lo sentite l'entusiasmo? - e insomma, non ho proprio voglia xD
Comunque, lasciamo da parte i convenevoli e veniamo alla recensione di oggi perché è il turno di "Sorcery of Thorns", di Margaret Rogerson, che esce oggi per Mondadori - che ringrazio per la copia digitale omaggio - nella collana Oscar Fantastica.

Recensione | Sorcery of Thorns, di Margaret Rogerson

TRAMA:
SORCERY OF THORNS

AUTOCONCLUSIVO

Margaret Rogerson

Editore: Mondadori
Prezzo: Cartaceo 22.00€ | Ebook 11.99€
Pagine: 444
Data uscita: 19 Gennaio 2019
Genere: Fantasy
Trovatella allevata in una delle Grandi Biblioteche di Austermeer, è cresciuta in mezzo agli strumenti della stregoneria: grimori magici che sussurrano e sferragliano catene. Se provocati, si trasformano in mostri inquietanti di cuoio e di inchiostro. Ciò cui Elisabeth ambisce è diventare una guardiana, incaricata di proteggere il regno dalle minacce della magia. Il suo disperato tentativo di impedire l'atto di sabotaggio che libera il grimorio più pericoloso della biblioteca finisce per ritorcersi contro di lei: ritenuta coinvolta nel crimine, viene condotta nella capitale, in attesa di interrogatorio. L'unica persona su cui può fare affidamento è il suo nemico di sempre, il Magister Nathaniel Thorn, con il suo misterioso servitore; ma tutto sembra intrappolarla in una congiura secolare, che potrebbe radere al suolo non solo le Grandi Biblioteche, ma anche il mondo intero. A mano a mano che la sua alleanza con Nathaniel si rafforza, Elisabeth inizia a mettere in discussione tutto quello che le hanno insegnato sui maghi, sulle biblioteche che ama così tanto, e soprattutto su se stessa. Perché Elisabeth ha un potere che non avrebbe mai sospettato, e un destino che non avrebbe mai potuto immaginare.

AUTOCONCLUSIVO


Mi aspettavo di più.
Non il modo migliore per iniziare una recensione, vero? I know, ma è l'unica sensazione che anche a distanza di un mese dal termine della lettura mi è rimasta.

«La maggior parte della gente a un certo punto smette di credere alle favole» disse. «Perché tu  hai continuato, mentre il resto del mondo no?»

Non fraintendetemi, il libro mi è piaciuto, ma diciamo che sono stata tratta in inganno sia dalla trama sia dalla copertina che fino all'ultimo mi hanno fatto pensare a una storia più matura e più oscura rispetto a quello che poi è effettivamente stata.

«Ma c’è sempre più di un modo di vedere il mondo. Chi sostiene il contrario vorrebbe farti vivere per sempre nell’oscurità.» "

Lo stile narrativo è estremamente giovanile, il target è palesemente middle grade. I protagonisti sono dei ragazzi quasi diciottenni e non è un male, solo che non è quello che pensavo di trovarmi tra le mani.
C'è da dire, però, che se siate amanti dei middle grade / young adult, o se avete 13 / 15 anni, questo libro è perfetto per voi.

La storia è molto lineare, non ci sono grandi complicazioni e il tutto ha un effetto quasi da cartone animato, cioè è molto facile da visualizzare graficamente e le immagini mentali che crea sono piacevoli.

L’incantesimo che seguì era molto diverso da quello che si aspettava. Una luce color smeraldo si spiegò intorno a lui nella forma di due tende, complete di giacigli, con drappi di seta verde sui lati. Poi si alzò per esaminare l’opera e indicò la tenda più lontana. «Quella è la tua.»
Elisabeth si irrigidì, sorpresa. «Ho una tenda tutta per me?»
Lui si guardò intorno, perplesso. Una ciocca di capelli striati d’argento gli era ricaduta sulla fronte. «Perché, preferiresti condividerla? Non me lo sarei aspettato da te, Scrivener, ma immagino che certe specie si prendano a morsi come preludio al corteggiamento.» 
La caratterizzazione dei personaggi è strana perché se singolarmente i due protagonisti - per quanto Elizabeth sia la protagonista indiscussa - mi hanno detto poco (Elizabeth a tratti era proprio infantile), presi insieme funzionano perfettamente. L'iniziale odio/amore ha colpito al centro come al solito.
Il mio cuore, però, lo ha catturato Silas che mi ha ricordato tantissimo Calcifer de "Il castello errante di Howl". Lui è buono e cattivo, misterioso e affascinante e vorrei davvero saperne di più al riguardo.

Cominciava a capire che il male non era un concetto così semplice come aveva sempre pensato.

Per la verità tutta la storia e il suo worldbuiding mi hanno ricordato Howl e tanto sarebbe bastato perché amo alla follia entrambe le versioni di quella storia e per me vince a mani basse. Purtroppo però il worldbuilding di "Sorcery of Thorns" è abbastanza fumoso, la stessa creazione dei grimori è lasciata un po' al tempo che trova.
E in realtà questo è un problema un po' generalizzato perché se lo stile è scorrevole e giovanile, il collegamento delle scene è un po' raffazzonato. Tra l'altro è molto tirato per le lunghe quando poteva concludersi degnamente con meno pagine.

Insomma, è un buon libro, ma poteva essere migliore.
Al contrario di molti, però, io ho adorato il finale, l'ho trovato perfetto e pieno di possibilità.


Questa chiave è la promessa che, qualsiasi cosa tu scelga o meno di fare, sarai sempre la benvenuta nelle Grandi Biblioteche.

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Insomma, Inkers, che mi dite?
Può fare per voi? 




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4 Commenti

  1. la cover è bellissima, ma se il target middle grade passo...

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  2. Nutrivo grandi aspettative su questo libro e un po' mi sono scese... Diciamo che al momento è un forse.

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