Recensione | Kage vol.1, di Maris Black


 Demolition Book Derby 


Buongiorno Inkers e buon venerdì, come state? Il compleanno del blog ieri è trascorso tranquillo, abbiamo rinnovato l'abbonamento di Netflix che scadeva e ora siamo pronti tra quello, Prime Video e Disney Plus a metterci sul divano e a non alzarci più con tutte le cose che escono oggi.
Comunque qui parliamo di libri e oggi vi porto la recensione (e la prima demolizione dell'anno) di un libro che è stato una delusione tale che se lo avessi letto nel 2020 sarebbe stato il colpo di grazia, ovvero "Kage" di Maris Black, edito da Quixote Edizioni.


TRAMA:
KAGE

KAGE TRILOGY #1


Maris Black


Editore: Quixote Edizioni
Prezzo: Cartaceo 12.67€ | Ebook 4.49€
Pagine: 336
Data uscita: 24 Gennaio 2019
Genere: M/M
Mi chiamo Jamie Atwood e ho un problema di dipendenza. Non ho mai pensato che avrei detto una cosa del genere. Non ho mai avuto problemi di eccessivo attaccamento a qualcosa nella mia vita. Provengo da una perfetta famiglia della classe media, ho frequentato delle buone scuole e avevo una fidanzata molto carina che faceva la cheerleader… ma la verità è che nulla mi ha mai colpito davvero. Allora come ha fatto un ragazzo come me a diventare dipendente da qualcosa?
Ho conosciuto Michael Kage.
Kage è un lottatore di Arti Marziali Miste, MMA. Uno di quelli famosi. Mi piace pensare di averlo aiutato a intraprendere quella strada.
È bello da morire, e il suo aspetto e il suo talento potrebbero competere con qualunque star del cinema. Allora perché ha avuto bisogno di assumere me come addetto stampa? Semplice. C’è un lato oscuro dentro di lui, una sorta di buco nero così profondo che potrebbe ingoiare lui, me e chiunque conosciamo, che non è l’ideale per gli affari.
La prima volta che l’ho incontrato, mi sono sentito subito attratto da lui. Penso che la dipendenza sia iniziata proprio in quel momento. E anche se avessi saputo quello che so adesso, mi sarei comunque innamorato di lui. Come avrei potuto fare diversamente?
Per me, Kage è tutto.

SERIE: KAGE TRILOGY
[COMPLETA IN ITALIA]
1. Kage
2. La liberazione di Kage
3. La rivelazione di Kage


Di norma io amo gli m/m perché o hanno quel livello di maturità che manca ai normali romance oppure perché presentano situazioni portate all'estremo con una sana dose di scene piccanti che non fanno mai male.
Ecco, Kage non ha nessuna di queste due cose.

Lo stavo fissando, e ne ero consapevole, 
ma non potevo farne a meno.

Partiamo dal presupposto che il protagonista, Jamie - che per più di metà libro si dichiara fermamente etero - non si pone nessuna domanda sul fatto che di punto in bianco sbava per un uomo e che per tutto il resto del libro non fa che decantare le lodi del suo corpo. Jamie è il classico personaggio superficiale, che si ferma alle apparenze e che non ha spina dorsale.
Il co-protagonista, Kage, è una specie di dominatore psicologico, un bambino viziato che ottiene sempre quello che vuole e che troneggia sugli altri come se fosse il re del mondo. Kage è il personaggio misterioso, di lui non sappiamo nulla - ma proprio zero - nemmeno a fine libro, l'unica cosa evidente è che ha problemi di fiducia e che è un credulone.
Tra uno e l'altro non so chi mi è stato più antipatico.

“Aveva ragione. Lo stavo divorando con gli occhi, perché, Dio mi aiuti, non ne avevo mai abbastanza. Feci un respiro profondo, espirai e finalmente, mi arresi. A lui, a me stesso, e al desiderio che aveva minato la mia sanità mentale.”

Essendo uno sport romance pensavo ci fosse qualcosa di sportivo, invece qui nada. Cioè, sì, qualche accenno, ma pure no. Tra l'altro io non so nulla MMA, ma mi pare un po' strano che un atleta per entrare in una palestra / squadra / federazione debba essere invitato e non possa candidarsi. Quindi boh.
Calo poi un velo pietoso sul lavoro di Jamie che praticamente è stato assunto perché il capo voleva farselo e riesce a raggiungere il traguardo ambito pubblicando foto del suddetto capo mezzo nudo.
Vabbè, sì, la frase è sconclusionata, ma così non rischio di farvi spoiler.

L'ultima cosa che ricordai fu una sensazione di formicolio al cervello, come un migliaio di fuochi d'artificio che esplodevano al rallentatore, e Kage che mi sussurrava all'orecchio.

Parliamo quindi dello stile che boh, è stato stranissimo. Aveva un che di innaturale, quasi forzato (leggete le citazioni che vi propongo e capirete). Per non parlare de fatto che i pensieri di Jamie lo fanno sembrare una ragazzina con gli ormoni in subbuglio e lui manco sa se è etero, bi, gay o chessò io. Non è che ci voglia per forza un'etichetta, ma un po' di onestà con se stessi no?
I dialoghi sono poveri, banali, roba che avrei potuto scriverli pure io che sono pessima.
Non so quante volte ho alzato gli occhi al cielo durante la lettura.


Il cliffhanger finale poi è stato la ciliegina sulla torta. Vi pare che dopo una scartavetrata del genere mi metto pure a leggere i volumi successivi?

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Che ne dite Inkers?
Conoscevate già questo libro?




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4 Commenti

  1. Praticamente un disastro su tutta la linea! Non mi alletta nemmeno un po' onestamente...

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  2. "Vi pare che dopo una scartavetrata del genere mi metto pure a leggere i volumi successivi?" HO RISO PIU DEL DOVUTO

    comunque a sto punto er meglio leggerlo nel 2020 che tanto già era un anno di merda...

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    1. Non volevo farmi mancare proprio niente all'inaugurazione del 2021 xD

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