BlogTour: Love Vampire 3 La strega Vampiro di Ilaria Militello Tappa #07

BlogTour 


Buon sabato lettori! Inizia bene il vostro weekend? Io spero di recuperare un po' di forze perché sono proprio stanca... devo anche mettere in ordine gli appunti di giapponese...
Ma non siamo qui per questo! No, no, oggi siamo qua perché vi porto un nuovo BlogTour, questa volta di un'autrice italiana!
Benvenuti nella Settima Tappa del BlogTour di "Love Vampire 3 - La Strega Vampiro" di Ilaria Militello!

recensione review Love Vampire 3 di Ilaria Militello
LOVE VAMPIRE 3
LA STERGA VAMPIRO
Ilaria Militello


Editore: Self Publishing
Prezzo: Ebook 2,99€
Pagine: 202
Serie: Love Vampire #03

Trama: Cosa si fa per amore?
Nella vita si hanno sempre delle scelte e alcune sono più difficili da prendere, soprattutto se riguardano la tua eternità
Ora che tutto è stato svelato a Lùlea non resta che decidere: una vita eterna con Alex come vampiro o salvare tutti dalle manie di grandezza di Lauriee, ma questo significa diventare una strega e non poter stare con Alex.
Nuove verità sconvolgeranno i due protagonisti e la pressione di una scelta importante metteranno a dura prova il loro amore.
Ma quello fra Alex e Lùlea non è un banale amore, ma un legame che dura nel tempo. Loro sono destinati da sempre a ritrovarsi e stare assieme, ma riusciranno questa volta a concedersi la loro eternità?
Cosa sceglierà infine Lùlea, una vita da strega o da vampiro?
Ogni scelta ha un prezzo e per quanto esso sia caro, bisogna sempre scegliere alla fine.


TERZO CAPITOLO


E di seguito, per voi, la nostra cara autrice ha messo a disposizione il terzo capitolo della sua storia. Tenete a bada la curiosità, perché si sentirà ben stuzzicata!



Capitolo Tre

(Lùlea)
Mi ritrovai sul terrazzo del faro a guardare le acque del mare prendere un colore blu argenteo, grazie ai raggi della luna. Proprio in quel momento vidi una testa uscire dall'acqua e anche se la luna piena illuminava come se fosse stato giorno, non riuscivo a capire se si trattava di una ragazza o meno.
Uscii dal faro e mi diressi alla spiaggia. Mi avvicinai alla riva e cercai di capire se la persona in acqua era viva o se stesse annegando.
«Ehi tu, ti senti bene, è tutto okay?», urlai rivolta verso la figura ma non rispose. «Non trovi che sia un po’ tardi per un bagno, fa freddo, ti converrebbe uscire». Continuò a fissarmi senza rispondere e affondò nell'acqua, fino al naso e si allontanò lentamente. Avrei voluto girarmi e tornare in casa al caldo, ma le mie gambe fecero l'opposto. Iniziarono ad entrare nell'acqua, nonostante la mia testa diceva no. Continuavo a lottare contro la mia volontà e mi ritrovai presto immersa fino alle spalle nell'acqua. Mi guardai attorno cercando d'intravedere la persona che avevo visto prima, ma non c'era più e incominciai a pensare che forse, me la ero solo immaginata. Mi voltai verso la spiaggia, iniziando a dirigermi verso riva, ma ad un tratto mi sentii trattenere per la gamba e trascinare a fondo. Iniziai a dimenarmi per liberarmi e tener fuori la testa, ma era tutto inutile, chi mi stava tirando giù era troppo forte e quando finii completamente sott'acqua, mi ritrovai davanti agli occhi una strana creatura di colore verde olivastro. Aveva il viso e il busto di una ragazza, o almeno ne aveva la somiglianza, ma al posto delle gambe aveva la coda di un pesce, piena di squame. Dai gomiti partivano due lunghe pinne e le dita delle mani erano lunghe e affusolate, con delle unghie lunghissime. Dalla testa partivano due lunghe antenne e al posto dei capelli aveva delle squame, come quelle sulla coda. Aprii la bocca per chiederle chi fosse e che cosa volesse da me, ma uscirono solo bolle. Mi dimenai nella speranza di sfuggirle, ma era tutto inutile, più mi agitavo e più mi portava affondo. L'aria iniziò a mancarmi e mi sentii soffocare. Avevo bisogno di uscire, di ritornare in superficie, ma la strana creatura nuotava troppo in fretta e mi trascinava con sé, verso il buio fondale dal mare.
Lasciami- pensai, nella speranze che potesse leggere i miei pensieri. La creatura si fermò e mi guardò dritta negli occhi.
Lasciami ti prego- ripetei supplicandola e cercai di liberarmi, ma era del tutto inutile.
Sconfiggi le Doyle e libera tutti-, disse una voce dentro la mia testa, guardai la creatura, non aveva mosso la bocca, ma sapevo per certo che era stata lei.
Fai uscire i tuoi poteri, diventa ciò che tutti si aspettano e uccidi le Doyle. Liberaci-, mi ripeté e poi svanì nelle profondità scure del mare.
Aspetta- urlai. –Dimmi cosa sei-. La creatura era ormai svanita ed io mi sentii senza ossigeno. Iniziai a risalire, cercando disperatamente l’aria e sentendola mancare sempre più nei polmoni. Iniziai a pensare ad Alex, lo chiamai, ma nella mia mente, perché tutte le volte che cercavo di aprire la bocca, l'acqua mi entrava nei polmoni e avevo sempre meno aria. Iniziai a sentir stringere la gola e proprio quando ormai ero sicura che stessi per morire affogata, sentii una mano afferrarmi, stringermi e udii la voce di Alex.
«Dannazione Lù, stai soffocando!», disse preoccupato e dalla mia bocca uscì un gemito straziato.
«Avanti smettila di avvolgerti nelle coperte, ti farai mancare l'aria..svegliati!!». Quando sentii quelle parole capii che stavo solo sognando. Riaprii gli occhi e sentii di nuovo la voce della creatura che mi diceva di uccidere le Doyle e liberarci.
Fissai il soffitto sopra di me finché Alex non lo coprì con la sua testa. Aveva lo sguardo preoccupato.
«Diamine mi hai fatto prendere un colpo!», mi disse Alex ansimante.
«Che è successo?», gli chiesi ancora frastornata mettendomi a sedere sul letto.
«Hai iniziato ad avvolgerti attorno alle coperte e stavi soffocando. Non sapevo che fare!»
«Io... ho fatto uno strano sogno», dissi incredula che ciò che avevo appena vissuto fosse solo stato frutto della mia mente. Era sembrato così reale.
«Che cosa hai visto?», mi chiese perplesso.
«Una strana creatura».
«Cioè?», mi chiese incuriosito e gli feci una descrizione dettagliata della creatura.
«Una sirena», mi disse lui.
«Cosa?», chiesi perplessa.
«Una sirena», mi ripeté.
«Credevo che le sirene fossero delle belle fanciulle e non dei mostriciattoli con le antenne, di colore verde oliva», dissi inorridita.
«Quelle sono solo delle storie, non è vero che sono delle favolose fanciulle con una voce melodiosa», mi disse ridendo. «Anzi non hanno voce e tra loro comunicano grazie a quelle antenne, non hanno orecchie ma possono leggere nei pensieri degli umani e quando ne rapiscono uno, emettono delle onde che rimbombano nelle loro orecchie e li stordiscono».
«Rapiscono gli umani?», chiesi spaventata. Annuì. «Per farne che?»
«Per tenerli con sé», mi disse come se fosse una cosa ovvia.
«Come tenerli con sé?», chiesi perplessa.
«Se ne innamorano, li portano con sé e dopo aver succhiato tutta la loro vita, li lasciano andare, ovviamente morti».
«E’ una cosa orribile», dissi disgustata. Alex alzò le spalle.
«Che ti ha detto?», mi chiese poi.
«Di uccidere le Doyle e liberare tutti».
«Mi chiedo com’è possibile che siano entrate in contatto con te, hai il medaglione e poi loro non hanno poteri magici», disse pensieroso Alex.
«Mi ha detto di tirar fuori i poteri e diventare ciò che tutti si aspettano», dissi infastidita da quelle parole. Sapevo cosa speravano tutti, che diventassi una strega.
«Non hanno tutti i torti Lù», mi disse amareggiato Alex riprendendosi dai suoi pensieri.
«Scherzi vero?! Non mi dirai che anche tu lo speri», dissi incredula.
«Lù, i tuoi poteri sono importanti e..»
«E non voglio sentirmi dire altro», dissi interrompendolo e mi alzai dal letto iniziando a passeggiare su e giù nervosamente. Non potevo credere che anche lui sperava che diventassi l’unica cosa che non volevo essere.
«Non me ne frega niente di questi poteri! Non li ho chiesti io! Se Eileen avesse voluto che i suoi poteri rimanessero in vita si sarebbe reincarnata in una strega».
«Lù, la sua anima era unita a quella di Leila. Per salvarla si è dovuta unire. Leila si è reincarnata in te. Non è un caso che tu sia nata mezza strega e mezza vampiro. Il tuo corpo accetterà una delle due trasformazioni senza difficoltà. I poteri di entrambe sono un dono», mi spiegò Alex.
«Oh mio Dio anche tu pensi che questi poteri siano un dono. Alex!», dissi sempre più incredula. «Non sono un dono, sono una maledizione, una stramaledetta maledizione! Li odio! Non so nemmeno come usarli, non so nemmeno che cavolo di poteri ho, di cosa sono in grado di fare»
«Non urlare, sveglierai i tuoi nonni. Calmati e vieni a sederti», mi disse dolcemente, ma ero troppo su di giri per riuscire a calmarmi. Dovevo sapere che poteri avevo e che cosa ero in grado di fare.
Non riuscii più ad addormentarmi dopo la discussione con Alex. Provai a sdraiarmi, ma continuavo a rigirami nel letto. Appena il sole iniziò a spuntare andai a farmi un bagno caldo e Alex tornò a casa. Dopo la scuola sarei andata alla villa per parlare con Dorothy, solo lei poteva chiarire i miei dubbi.
Fuggii di volata dalla cucina. Non avevo per nulla voglia di discutere con mia nonna. Riuscii a sentire che la sera sarei dovuta rientrare presto perché avevamo ospiti. La cosa non m’importava, ma dissi che andava bene. Chiusi la porta di casa e andai alla fermata, dove trovai Alex.
«Va meglio dopo il bagno?», mi chiese sorridente.
«Andrà meglio quando avrò parlato con Dorothy», risposi salendo in auto.
«Ti aspetterà ha detto», mi disse Alex. Annuii decisa, come a dire “sì, deve farlo”. Non era di certo lei a dovermi dare spiegazioni, lo sapevo. L’unica che doveva farlo e mai lo aveva fatto era mia madre, ma da lei non mi aspettavo più nulla. Mi aveva delusa e tanto. Non aveva alcun diritto a decidere di nascondermi tutti quei segreti, si parlava della mia vita, di ciò che ero e lei avrebbe dovuto
dirmi la verità, ma ormai mi ero rassegnata. Ero davvero stufa di continuare a star male per lei, lo avevo già fatto per troppo tempo e non avevo più intenzione di continuare, avevo altro a cui pensare, altro di più importante.
«Sei ancora arrabbiata?», mi chiese Alex dolcemente, mentre parcheggiava l’auto nel cortile della scuola. Non risposi, guardai verso l’entrata e sospirai. Non avevo nessuna intenzione di entrare, ma erano già alcuni giorni che saltavo la scuola e se avessi continuato, avrebbero sicuramente telefonato a mia nonna. Alex mi guardava, aspettando una risposta alla sua domanda.
«Dimmi che non vuoi che diventi una strega per davvero», dissi con lo sguardo implorante.
«Voglio solo che tu sia felice e che io non sia il tuo ostacolo», mi disse serio.
«Ostacolo per cosa?», chiesi perplessa.
«Non devi voler diventare un vampiro solo perché lo sono io. Lo devi volere tu», mi disse quasi con rimprovero.
«Io lo voglio Alex, lo voglio perché voglio rimanere con te», dissi cercando di fargli capire che la mia vita era con lui, che era sua. «Non posso pensare un domani, di dovermi separare da te», dissi quasi urlando.
«Nemmeno io»¸ mi disse.
«E allora trasformami», dissi decisa. Non disse nulla, né sì e né no, nemmeno un forse. Sospirò e poi sorrise.
«Dai andiamo a scuola», mi disse dolcemente. Lo guardai perplessa mentre scendeva dall’auto felice, come nulla fosse. Come se non ci fossimo detti nulla, né sta mattina e né poco fa. Perché non mi trasformava? Perché non aveva il desiderio di avermi con se per l’eternità? Non aveva paura che mi trasformassi davvero in una strega? Che forse lo voleva, ma perché? Queste domande mi tormentavano il cervello. Non riuscivo a capire perché non avesse il desiderio di farmi diventare come lui, come un tempo. Che cosa lo fermava?
«Ohi sei di questo mondo?», mi chiese Pen passandomi una mano davanti al viso. Mi ripresi, quasi spaventandomi della sua domanda, accorgendomi dopo che l’aveva detta ingenuamente.
«Certo», risposi senza entusiasmo.
«Hai visto, la nostra amica finalmente se n’è andata», mi disse indicando il posto accanto a se vuoto. «A dirti la verità pensavo lo avessi fatto anche tu, sei stata due giorni assente. Tutto bene?», mi chiese. Annuii guardando il posto di Kate vuoto.
«Che volevi dire quando hai detto che se ne è andata?», chiesi curiosa.
«Kate si è trasferita non so in quale scuola. Il professore ha accennato a tipo un collegio», mi spiegò.
«Vuoi dire che Kate è andata via, non c’è più?», chiesi con sicurezza. Pen annuì e non sapevo se gioirne oppure no. Dov’era finita Kate? Che si stesse preparando per qualcosa? Che architettava
Lauriee? Altre domande e altri dubbi presero posto assieme agli altri e mi sentii ormai la testa piena e confusa.
«Non è un buon segno»¸ disse Mat nervoso. Passeggiava su e giù mentre io e Alex eravamo seduti sulla panchina fuori dalla scuola.
«Perché?», chiesi ingenuamente.
«Significa che si stanno muovendo», mi disse Dave appoggiato al muro dell’edificio. Sapevo che significava, ma volevo averne la certezza.
«Cioè?», chiesi. Mat, Dave e Alex mi guardarono perplessi e Lizzie roteò gli occhi.
«Come “cioè” amore?! Iniziano a prepararsi per scontrarsi», mi spiegò Alex.
«Infatti e dovremmo iniziare anche noi», disse Mat deciso. Alex annuì.
«Dobbiamo radunare tutti», aggiunse Mat sempre più deciso e di nuovo Alex annuì. Dave sospirò.
«Sembra un dejià-vù. Ci risiamo», disse guardando il cielo un po’ malinconico.
«Che vuoi dire Dave?», chiesi perplessa.
«Succede sempre così prima della guerra. La quiete prima della tempesta. Godiamocela». Le sue parole mi misero addosso una tristezza devastante. L’idea della guerra non mi piaceva, nelle guerre ci sono sempre delle perdite, per quanto tu possa essere preparato, di numero e forza, qualche perdita la subisci e questo mi agitava, non volevo perdere nessuno. Alex posò una mano sulla mia e mi sorrise avvicinando il suo viso al mio.
«Andrà bene», mi sussurrò dolcemente.
«Lo dici per non farmi preoccupare, lo so»
«Non ti succederà nulla»
«Non voglio nessuna guerra Alex, non voglio perdere nessuno»
«Non è detto che accadrà»
«E’ inevitabile, lo sai, Lauriee non si fermerà davanti a niente, vuole i miei poteri e seminerà morte e distruzione per ottenerli», dissi con la voce strozzata. Sentivo il peso delle lacrime negli occhi e il dolore del cuore.
«Lù, guardami», mi disse Alex deciso, posando le mani sulle mie spalle. «Anche fosse così, tu non devi preoccuparti, ti proteggerò! Sei la mia preoccupazione primaria e non permetterò mai e poi mai a nessuno di farti del male, lo sai, morirei per te». Le ultime parole mi resero ancora più triste e angosciata.
«Ed è questo che mi preoccupa.. non voglio che tu lo faccia.. non voglio perderti», dissi disperata e impaurita.
«Andrà tutto bene amore, tranquilla», mi disse abbracciandomi. Non ero molto convinta che tutto sarebbe andato bene. Non avrei mai voluto che lui o qualcun altro rischiasse la vita per me.
«Combatterò per il nostro amore Lù, io ti salverò», mi disse accarezzandomi il viso.
«Oh Alex, io non voglio che tu rischi per me», dissi piagnucolando.
«Lo so che tu non vuoi, ma non puoi farci nulla, lo farò Lù e non puoi chiedermi il contrario», mi disse serio e deciso. Lo guardai sorridendo, anche se dentro di me morivo, avrei voluto urlargli contro e dirgli che non doveva salvarmi, che non doveva buttare via la sua esistenza per me, ma ero felice di averlo accanto e di sentire che per lui contava solo la mia salvezza e la mia vita. Il mio cuore piangeva come un disperato, ma non potevo fare altro. Questo era il mio destino, il nostro destino. Restammo abbracciati a lungo e per la prima volta da quando avevo scoperto di quello strano mondo, desiderai essere una ragazza normale, senza poteri, con un passato normale, una famiglia normale e un ragazzo umano. Ritornai in classe con il morale a terra e poca voglia di separarmi da Alex. Non volevo perdere tempo a scuola, volevo godermi ogni momento assieme perché ogni giorno poteva essere l’ultimo. Sbuffai non so quante volte, come se sbuffando potessi allontanare tutti i problemi. Ero irrequieta e avrei voluto Kate lì, per la prima volta desiderai avere la sua faccia davanti a me. Il tormento di cosa stesse combinando assieme alle Doyle mi faceva impazzire. Loro si preparavano per distruggerci ed io che facevo? Ascoltavo la lezione di storia.
«Ehi Lù un biglietto»¸ mi disse Pen porgendomi un foglietto piegato in quattro. Lo aprii e lessi:
Kate è alla ricerca dei libri. Devi muoverti non possiamo permettere che loro li trovino prima di noi. Sappiamo che prima o poi Lauriee vorrà i tuoi poteri, ma ti proteggeremo, è il nostro compito, lo è sempre stato e sempre lo sarà. Il Trio.
D’istinto mi voltai verso Teresa, Misha e May che mi sorrisero. Il biglietto era arrivato da loro. Lo rilessi. Dunque Lauriee non si stava preparando a lottare, ma stava cercando i libri, forse ben peggio. Risposi al loro messaggio, scrissi un grosso “grazie”. A fine lezione dissi ad Alex del bigliettino del trio e Mat sgranò gli occhi poi si voltò verso Alex.
«Credo che dovrai aspettare a parlare con Dorothy», mi disse serio Alex. «Prima sarà meglio parlare con Lutz». Lo guardai perplesso.
«Credo che lui possa darti le risposte che cerchi e dirci dove poter trovare il primo libro, quello dei draghi»
«Alex dobbiamo anche prepararci», disse Mat. Alex annuì come poco fa. «Allora io radunerò tutti e voi andate dal drago», aggiunse Mat più tranquillo. Salimmo in auto. Il mio cuore aveva dei palpiti irregolari e le mani mi sudavano. Ero agitata e non ne capivo il motivo, non sapevo nemmeno dove stavamo andando, ma sentivo che iniziava la lotta per l’eternità che bramavo.


Bene lettori, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Vi lascio con il calendario del blogtour mentre noi ci rivediamo domani con l'appuntamento domenicale di "This Week I Like...".


Posta un commento

2 Commenti

  1. Buon sabato Ink, non conosco l'autrice ma se lo consigli tu ti seguo ad occhi chiusi! ^_^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ho ancora avuto modo di leggere nulla di Ilaria, ma questo capitolo che ho avuto il piacere di ospitare ha acceso la mia curiosità!

      Elimina

I commenti sono sempre apprezzati e creano dialogo!