BlogTour: "È   solo una storia d'amore" di Anna Premoli 1° Tappa - Incipit + Estratti


Ben ritrovati lettori, siete a pranzo? Ditemi, vi è piaciuta la recensione di questa mattina? Beh, spero proprio di sì, ma in caso Halloween non sia la vostra festa preferita e il fantasy non il vostro genere, ho la soluzione adatta a voi!
Come sarebbe a dire "cosa?"? Ma ovviamente il BlogTour dedicato al nuovo libro di Anna Premoli "È solo una storia d'amore" a cui ho l'onore di dare il via!
In questa tappa di avvio del tour vi darò un assaggio di quello che dovete aspettarvi da questo romanzo dalle tinte rosa... e blu! Tranquilli, capirete quando leggerete il libro!


È SOLO UNA STORIA D'AMORE
Anna Premoli


Editore: Newton Compton
Prezzo: Rigido 9,90€ Ebook 4,99€
Pagine: 320
Serie: Autoconclusivo

Trama: Cinque anni fa Aidan Tyler ha lasciato New York sul carro dei vincitori, diretto verso il sole e il divertimento della California. Fresco di Premio Pulitzer grazie al suo primo libro, coccolato dalla critica e forte di un notevole numero di copie vendute, era certo che quello fosse solo l’inizio di una luminosa e duratura carriera. Peccato che le cose non stiano andando proprio così: il suo primo libro è rimasto l’unico, l’agente letterario e l’editore gli stanno con il fiato sul collo perché consegni il secondo, per il quale ha già incassato un lauto anticipo. Un romanzo che Aidan proprio non riesce a scrivere. Disperato e a corto di idee, in cerca di ispirazione prova a rientrare nella sua città natale, là dove tutto è iniziato. E sarà proprio a New York che conoscerà Laurel, scrittrice di romanzi rosa molto prolifica. Già, “rosa”: un genere che Aidan disprezza. Perché secondo lui quella è robaccia e non letteratura. E chiunque al giorno d’oggi è capace di scrivere una banale storia d’amore… O no?


Incipit

Odio New York a fine ottobre.
       Davvero, non capisco che senso abbia vivere in un posto così maledettamente freddo e umido in un mese già di per sé così poco memorabile, quando possiedo una casa a Santa Monica, molto più soleggiata e confortevole in questa stagione.
       Mi piace pensare di essere un uomo furbo, e gli uomini furbi, di fronte alla scelta tra scrosci perenni e sole indisturbato, in genere scelgono la seconda.
       In genere, appunto.
       Il problema è che la mia vita abbonda di persone convinte che l’umidità si sposi bene con l’ispirazione, ed è difficile dimostrare che hanno torto marcio quando ci si trova nella mia precaria condizione. Motivo per cui, alla fine, New York a ottobre è stato.
       Purtroppo.
       «Allora…», inizia con circospezione il mio agente, nonché amico di vecchia data, Norman Morrison, sporgendosi dalla scrivania nella mia direzione. Come gli ho spesso fatto notare, i suoi genitori gli hanno riservato l’infelice accoppiata di un nome da contabile e il cognome da rock star. Dovrebbe cambiare o l’uno o l’altro, perché l’unione produce un effetto piuttosto stonato. Quasi destabilizzante. Sì, sono uno che si destabilizza con poco.
       «Allora», ripeto a mia volta, spolverando per l’occasione uno scintillante sorriso di circostanza. Se ho imparato qualcosa in questi ultimi anni è che un amico smette di trattarti come tale quando si parla di affari. A maggior ragione quando i soldi sul piatto figurato non sono proprio briciole.
       «Ti trovi bene, ora che sei rientrato a New York?», mi interroga, fingendosi rilassato.
       Non capisco perché stia perdendo tempo con i convenevoli invece di farmi la domanda diretta. Questo balletto attorno al tema scomodo sta iniziando a darmi sui nervi. Anche perché ormai sono praticamente abituato – leggasi, rassegnato – al fatto che tutti gli essere umani con cui vengo a contatto siano interessati solo ed esclusivamente a una cosa: quando uscirà il mio nuovo libro? Mai uno che mi chieda cosa ne penso della campagna presidenziale, della possibilità che Trump diventi presidente e mandi in malora il Paese, oppure quale sia il mio modesto punto di vista sullo zoppicante rialzo tassi della Fed. Il dramma è che avrei più da dire su un argomento qualsiasi di quanto non abbia da raccontare sul mio libro.
       Perché non c’è un libro.
       Solo merda.
       E Norman non è nato ieri.
       «Un orrore, grazie per averlo chiesto. Questo diavolo di tempo newyorkese sta facendo venire a galla in un colpo solo tutti i miei reumatismi».
       «Tu non hai reumatismi, Aidan», mi contraddice come al solito con espressione cupa.
       «Sbagliato: io non avevo reumatismi. In California. Ma da quando sono di nuovo a New York, sono comparsi come per magia. Gentile regalo della pioggia perenne. Ma lo sai che questa settimana ha piovuto più che in Scozia? Lo diceva il telegiornale proprio ieri sera…».
       Norman sospira e mi fissa a lungo. Per un attimo arrivo a chiedermi se stia per perdere le staffe. L’uomo è noto per avere una pazienza granitica, ai limiti del ridicolo, ma io non sono esattamente la persona più facile con cui avere a che fare. Tutt’altro.
       «Niente ispirazione?», domanda infine depresso.
       Potrei mentirgli come ho sempre fatto in passato ma, sarà l’età che avanza – trentacinque anni iniziano a farsi sentire – sarà che sono stufo persino io delle balle che vado in giro a raccontare a me stesso e al mondo, decido per una volta di dire le cose come stanno.
       «No, niente», gli rispondo con un tono all’apparenza lieve. Uno di noi due deve pur mantenere alto il morale. E di certo non si può pretendere che sia Norman a farlo.
       Siamo una bella accoppiata: io una testa di cavolo e lui ostinatamente cupo. Combinandoci potrebbe venire fuori una persona normale.


Estratti

«Hai almeno una vaga idea di quello che vorresti scrivere?»    
«Mah, un romanzo sulla vita…», rispondo volutamente vago.  
Tutti i libri sono sulla vita, mi pare ovvio. Be’, a meno che uno non sia Agatha Christie e ce l’abbia con i piccoli indiani. I suoi libri, più che sulla vita, sono incentrati sulla morte. Fossi stato un suo parente, non avrei dormito sonni tranquilli. Una che ha scritto oltre sessanta libri sugli omicidi tanto bene non doveva stare.
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Ogni tanto mi capita di ricevere delle lamentele dalle mie lettrici riguardo al fatto che certi protagonisti maschili si comportino secondo dei cliché. Be’, ora le vorrei qui schierate, a osservare il signor Aidan Tyler, altrimenti detto la personificazione vivente di tutti i luoghi comuni sugli uomini.
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Se mi è permesso dirlo, i cliché smettono stranamente di essere tali quando ti trovi a viverli.
Perché ti tentano, maledizione.
Mi sembra di essere precipitato senza accorgermene in una dimensione dove finzione e vita vera si intrecciano di continuo, fino a confondermi del tutto. Perché, se questo fosse solo uno dei suoi romanzi, a me non rimarrebbe altro che sporgermi nella sua direzione e leccarle via quella schiuma dalla bocca. E, giacché ci sono, baciarla. Chissà se dentro il suo quaderno ha effettivamente previsto un bacio alla panna
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Il fatto che scriva non vuole assolutamente dire che segretamente sogni di scombussolare la mia vita a causa di un uomo. O che sia capace sul serio di combustione spontanea al semplice tocco, ovvio. La mia conoscenza della fisica è piuttosto limitata, ma i fenomeni inspiegabili li lascio ad altri.
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Le accarezzo più volte le dita mentre cerco di fare mente locale su quello che ho mangiato per pranzo, per capire se la strana sensazione allo stomaco sia digestione difficoltosa oppure qualcosa di più significativo. Assomiglia pericolosamente a un’emozione. Bello scontro tra titani: gastrite contro attrazione.
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«In tutti i romanzi i due protagonisti si trattano con grande diffidenza, all’inizio. Il rispetto è molto più difficile da conquistare dell’amore. Si fanno piccoli passi alla volta. Quello che la gente spesso non capisce è che la magia del rosa non sta tanto nella capacità di predire chi si innamorerà di chi – non scriviamo mica gialli – ma nella bellezza di un percorso condiviso. Tutte le volte che due persone si innamorano accade qualcosa di magico. È come se qualcuno dall’alto spruzzasse un po’ di polvere. E toh… ecco il miracolo!»

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Aaaaaa che mi tocca fare! Lettori, ringraziate che mi sono fermata o vi avrei spoilerato tutto il libro!
Allora, ditemi un po': vi hanno incuriosito questi estratti?
Non vi fanno venire voglia di correre in libreria?
Sì, è vero, per la libreria è ancora presto. Ma sapete qual è un buon modo per ingannare l'attesa?
Seguire tutte le tappe del blogtour!



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10 Commenti

  1. Questo libro mi è piaciuto tantissimo, mi piace molto questa autrice

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    1. Ora anche a me! Devo assolutamente recuperare altri suoi libri!

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    2. Ti consiglio Un giorno perfetto per innamorarsi che per me è il più bello anche se questo si aggiudica adesso un bel pari merito

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  2. Ed eccomi quiiiiii *_* che bello rituffarmi in questa lettura, lo sai che per ne è sempre il momento giusto per il rosa, si, anche ad Halloween!! ❤️❤️Era il primo libro della Premoli per tutte e due e brava Anna .. mi sa proprio che la leggeremo ancora e ancora tu ed io ❤️;) non ho dubbi!!!!!

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    1. La nostra lista di titoli papabili per le Twin Review si allunga!

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  3. Non so perché, ma ogni volta che trovo un libro con protagonista (almeno) uno scrittore/scrittrice la mia curiosità aumenta notevolmente... in questo caso che i protagonisti lo sono entrambi, la mia curiosità è doppia!! ^_^ ♥
    Ho sentito parlare benissimo di Anna Premoli, ma non ho ancora letto un suo libro...che sia la volta buona?? ;-)

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    1. Per me lo è stata! Mi ha decisamente convinto a leggere altri libri suoi!

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