Recensione: Behind the Bars di Brittainy C. Cherry


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Buongiorno e buon venerdì Inkers! Come state? La settimana è quasi finita, la Vodafone continua a mandarmi SMS per convincermi a tornare da loro - e no, se non mi fanno un'offerta a meno di 10€ mi tengo la mia con Wind - e ieri ho terminato la lettura della Madison e niente, altro cartaceo in lista. Speriamo che mi arrivi il buono da 20€ Amazon che aspetto perché devo fare spesa xD
Ma comunque veniamo a noi, perché lo so che voi siete qui per lei, la nostra amatissima Brittainy C. Cherry che torna su The Ink Spell con la recensione del suo nuovissimo e, per ora inedito in Italia, Behind the Bars!

Recensione: Behind the Bars di Brittainy C. Cherry copertina

TRAMA:
BEHIND THE BARS
MUSIC STREET #1
Brittainy C. Cherry

⭐⭐⭐⭐

Editore: Autopubblicato
Prezzo: Cartaceo --,--€ | Ebook 2,99€
Pagine: 373
Data uscita: Dicembre 2017 (inedito in Italia)
Genere: Contemporary Romance
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La prima volta che incontrai Jasmine Green, lei arrivò come le gocce di pioggia.
Io ero l'inquietante musicista, e lei era la reginetta della scuola. 
Le sole cose che avevamo in comune erano la nostra musica e la nostra solitudine.
Qualcosa nei suoi mi diceva che il suo sorriso non era sempre reale.
Qualcosa nella sua voce mi dava la speranza e ho sempre desiderato di trovare.
E in un'attimo, se n'era andata.
Anni dopo, era in piedi davanti a me in una strada di New Orleans.
Era diversa, ma lo ero anche io. La vita ci aveva resi più freddi. Più rigidi. Più soli.
Ci aveva ingabbiati. 
Anche se eravamo diversi, i frammenti rotti di me riconoscevano la sua solitudine. 
Era tornata, e non avrei fatto di nuovo l'errore di lasciarla andar via di nuovo.
La prima volta che incontrai Jasmine Green, lei arrivò come le gocce di pioggia.
Quando la incontrai di nuovo, era come la tempesta più buia.

SERIE: MUSIC STREET
1. Behind the Bars (inedito)
2. Between the Notes (inedito, 2018 in America)



Cosa posso dire di questa autrice che già non ho detto?
Niente, perché ripeterò all'infinito che come scrive la Cherry, come la Cherry riesce a farmi sentire, le cose che riesce a farmi provare, nessuno ci riesce.
Ho iniziato Behind the Bars con grandi aspettative e, nemmeno questa volta, questa autrice mi ha delusa.

“You’re the music in a mute world, and my heart beats because you’re here.”

In questo libro si parla di musica. Si respira musica. Si vive musica.
Tutti noi ascoltiamo musica, sfido qualcuno a dire che non ha mai avuto bisogno di mettere su gli auricolari e isolarsi dal mondo almeno una volta.
Ho adorato New Orleans come ambientazione. Non so se è davvero così, prima o poi voglio visitarla, ma di sicuro l'immagine che ne viene data è di una città in musica.
La storia di Jasmine ed Elliot inizia in punta di piedi, come una ouverture che apre l'opera e a poco a poco avanza fino ad aprire le braccia verso il pubblico per avvolgerlo con il suo trionfo quando i due crescono e le loro vite cambiano per sempre.

Come sempre, la caratterizzazione di Jasmine ed Elliot è superlativa: non viene mai da chiedersi come mai un determinato personaggio si stia comportando in un certo modo perché i motivi sono proprio lì, sulla pagina, sotto i nostri occhi.
Anche i personaggi secondari sono importanti e, anzi, sono strettamente necessari. Così realistici che quando arriva il punto di non ritorno è inevitabile avere il cuore spezzato.

“Whenever I thought of home, I didn’t think of a place; I thought of people, the ones who shaped us into the people we were meant to become, the ones who loved us with our scars and told us those scars were beautiful, the ones who allowed us to make mistakes and still loved us fully.”
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"Tutte le volte che penso a casa, non penso a un luogo: penso a delle persone, quelle che ci hanno modellato per essere le persone che dovevamo diventare, quelle che ci hanno amati con le nostre cicatrici e che ci hanno detto che quelle cicatrici erano bellissime, quelle che ci hanno permesso di commettere degli errori senza mai smettere di amarci al massimo."

Questo libro prende una piega diversa dai precedenti libri della Cherry. Segue un po' il filone che l'autrice aveva intrapreso con The Gravity of Us (qui la recensione). Siamo sì in un contemporary romance, ma non è il rapporto fra i due protagonisti ciò a cui gira intorno la storia. No, ciò che viene a galla è l'umanità in tutte le sue sfaccettature - buone e cattive, i legami familiari non necessariamente di sangue, il bello e il brutto dell'amore. Spesso ciò che ci ingabbia è anche ciò che può liberarci. 

Lo stile della Cherry è come sempre pura poesia, ma in questo caso, probabilmente direi che usare "sinfonia" è più adatto.
Perché sapete cos'ha di particolare questo libro? È scritto come se fosse una canzone.
No, non pensate male, non è scritto né in rima, né seguendo un testo.
Ma all'interno di alcuni capitoli è come se ci fossero dei ritornelli. Pensieri, con qualche modifica, che abbiamo già letto in altri capitoli prima. Come se X capitoli fossero una strofa intera e poi bum, ecco che appare il ritornello ed è proprio come tornare a casa.
E la ciliegina? Il titolo. Il titolo che appare, riappare, suona e risuona in tutto il libro perché ha ben tre modi di lettura.
Come si fa a non amarlo?

“Sometimes people don’t need words, Elliott. Sometimes they just need the space to feel what they need to feel, with someone present as a reminder that they’re not alone.”
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"A volte le persone non hanno bisogno di parole, Elliot. A volte hanno solo bisogno di spazio per sentire quello che hanno bisogno di sentire, con qualcuno accanto che gli ricordi che non sono soli."


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Estratto

By the way, what happened to Todd’s nose?” I asked.
“I broke it,” Elliott said matter-of-factly.
“What? How? Why?”
He shrugged before turning to look out the window. “He called you a bad name.”
“What was it?”
“It doesn’t matter.”
“Eli,” I started.
He turned my way and locked his hazel eyes with my browns. “Jazz…” He shook his head. “It wasn’t true.”
I swallowed hard, a big part of me certain Todd’s words held some form of truth.
Elliott saw it in me—my fear. He kept shaking his head and whispered, “I don’t feel sorry for you. Sometimes you look at me like you think I feel sorry for you, and I want you to know I don’t. I think you’re perfect the way you are.”
I quietly laughed at him repeating the words I’d told him earlier. A few tears rolled down my cheeks. “I’m a little messed up.”
“I know.” He nodded. “That’s why I like you.”
He went back to staring out the window, and I kept staring at him.
And there it was.
So small, so tiny, so real.
Love.
It wasn’t love, but it was the beginning of it.
I knew I was young, and I knew it was stupid, but in that moment, I began to fall in love with the quiet boy who quietly cared for me. The boy who was scared and still strong. The boy who stood up for me when he was surrounded by reasons not to do such a thing. I hadn’t known much about love. I hadn’t known how it looked, felt, or tasted. I hadn’t known how it moved, how it flowed, but I knew my heart was tight and currently skipping a few beats. I understood the goose bumps covering my arms. I knew this stuttering boy who was sometimes so scared was someone worth loving. He was worth being the first one I gave my heart to.
I knew Elliott Adams was love.
And I was falling into him so fast.
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“E comunque, cos’è successo al naso di Todd?” chiesi.
“Gliel’ho rotto” dice Elliott, come se fosse un dato di fatto.
“Cosa? Come? Perché?”
Lui alzò le spalle prima di voltarsi a guardare fuori dalla finestra. “Ti ha offeso.”
“In che modo?”
“Non ha importanza”
“Eli,” cominciai.
Si girò verso di me e fissò i suoi occhi nocciola ai miei castani. “Jazz…” scosse la testa. “Non era vero.”
Mandai giù il groppo che avevo in gola, una grande parte di me era certa che le parole di Todd contenessero una qualche forma di verità. Elliott lo vide, vide la mia pausa. Continuò a scuotere la testa e sussurrò, “Non mi dispiace per te. A volte mi guardi come se pensassi che mi dispiace per te, e voglio che tu sappia che non è così. Io penso che tu sia perfetta così come sei.”
Sorrisi a lui che mi ripeteva le stesse parole che avevo detto io a lui. Alcune lacrime mi rotolarono sulle guance. “Sono un po’ un casino.”
“Lo so” annuì. “È per questo che mi piaci.”
Tornò a guardare fuori dalla finestra, e io continuai a guardare lui.
Ed eccolo lì.
Così piccolo, così piccino, così reale.
Amore.
Non era amore amore, ma ne era l’inizio.
Sapevo di essere giovane, e sapevo che era stupido, ma in quel momento ho iniziato a innanorarmi del ragazzo silenzioso che silenziosamente ci teneva a me. Il ragazzo che aveva paura eppure era forte. Il ragazzo che si parava davanti a me quando lui stesso era circondato da ragioni per non farlo. Non sapevo molto dell’amore. Non sapevo a cosa assomigliasse, cose si provasse o che sapore avesse. Non sapevo come si muoveva, o come fluiva, ma sapevo che il mio cuore era stretto e stave effettivamente perdendo qualche battito. Capii la pelle d’oca che mi ricopriva le braccia. Sapevo che questo balbettante ragazzo, che a volte era terribilmente spaventato, era qualcuno che valeva la pena di amare. Valeva la pena che lui fosse il primo a cui davo il mio cuore.
Sapevo che Elliott Adams era amore.
E mi stavo innamorando di lui davvero in fretta.

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E dunque, ditemi, che ne pensate?
Non vedete l'ora che arrivi anche qui, vero?

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8 Commenti

  1. Bella recensione! Sia l'estratto che la trama mi piacciono molto. Se non arriva in Italia, potrei prendere in considerazione di leggerlo in lingua. Ciaooo

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    1. La Cherry è molto semplice da leggere in lingua, non te ne pentirai!

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  2. E va be altro libro che aspetto con ansia! L'avevo già messo in lista quando ne hai parlato la prima volta, ma adesso è ovviamente atteso con più curiosità

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    1. L'anno prossimo arriverà sicuramente anche qui, la Newton punta molto sulla Cherry!

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  3. Grazie a te uno dei primi libri del nuovo anno sarà della Cherry, chissà che non diventi una nuova fan ❤️

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