Recensione: Un altro giorno ancora di Bianca Marconero


 No Comfort-Zone Reading Challenge 


Buongiorno Inkers e buon venerdì, come state? Io vi scrivo in diretta post giropizza (ieri sera), infatti sto abbastanza sul punto di addormentarmi sulla tastiera, ma mentre voi mi leggete è già un nuovo giorno quindi è probabile che invece che col sonno, io sia alle prese col trasloco dell'ufficio. Insomma, una grande giornata.
Parlando di libri oggi torna la "No ComfortZone Reading Challenge", pensata per me da F e dalla Cugi in cui vi recensisco "Un altro giorno ancora" di Bianca Marconero, edito da Newton Compton Editori.

Recensione: Un altro giorno ancora di Bianca Marconero

TRAMA:
UN ALTRO GIORNO ANCORA

Bianca Marconero

⭐⭐⭐

Editore: Newton Compton Editori
Prezzo: Cartaceo 6,90€ | Ebook 1,99€
Pagine: 381
Data uscita: 19 Aprile 2018
Genere: New Adult, Romance
Elisa Hoffman ha imparato presto a cavarsela da sola. Ultima di cinque fratelli, vive per la famiglia e per l'equitazione. L'esclusivo maneggio in cui lavora, alle porte di Milano, è il posto che ama di più al mondo, e mette da parte tutti i risparmi per riuscire a comprarsi Sparkle, un cavallo che ha addestrato per mesi. Tutti i suoi sogni, però, si infrangono alla notizia che Andrea, un ragazzo terribilmente bello e ricco, ha offerto più soldi e ha acquistato il cavallo che le era stato promesso. Elisa non si dà pace e riversa su di lui tutto il suo risentimento. Ma Andrea è davvero così freddo come sembra, o sotto il ghiaccio si nasconde qualcosa di diverso? Un imprevisto, un accordo e un'inattesa amicizia con il nemico permettono a Elisa di scoprire che il ragazzo, in realtà, possiede delle qualità inaspettate... Una storia sull'amore in tutte le sue declinazioni, e sui sentimenti che, come fiori selvatici, crescono in silenzio, senza che nessuno li annaffi.

AUTOCONCLUSIVO


Seconda lettura per questa challenge - questa volta dalla lista di F - e seconda recensione da tre stelle. No, non pensate subito ai voti regalati. Non è che do tre stelle per rendere felici le mie amministratrici di challenge, anche perché loro lo sanno che io non mi risparmio.
No, questo libro si prende tre stelle perché è oggettivamente ben scritto e anche ben sviluppato, ma - come volevasi dimostrare - non rientra nel mio gusto e com'era stato anche per "Isola di neve" (qui la recensione) il mio gusto personale non è un metro di valutazione valido per giudicare un libro.

Da Firenze a Montalcino, sulle colline a sud di Siena, ci mettiamo una vita, perché usciti dall’autostrada i centotrenta ce li sogniamo. Andrea scende sotto i novanta, rispetta il limite dei cinquanta nei centri abitati e, se finiamo in un tratto di campagna dove qualche burlone ha piazzato un cartello con il limite dei trenta, lui ovviamente ubbidisce.
 È snervante, irritante e anche idiota. Penso ad Agata e, per la prima volta, la compatisco per essersi sorbita questo strazio per due anni interi. Probabilmente è Andrea che spegne le persone. Se tanto mi dà tanto, rilegge le istruzioni ogni volta che si infila un preservativo.
 Comunque, a un certo punto rallenta e imbocca una stradina che si arrampica in salita, due filari di cipressi sono testimoni della lentezza inaudita con cui Andrea guida la macchina. Procedendo così piano finiremo nel passato, per un paradosso spazio-temporale. Non mi sorprenderei se, in cima alla collina, trovassimo un tizio che reclama un fiorino per il pedaggio.

Partiamo col dire che i personaggi sono molto ben caratterizzati, tutti: dal primo all'ultimo. La narrazione è tutta in prima persona da parte di Elisa, la protagonista femminile, ma non ho mai avuto la sensazione che mi mancasse qualcosa per capire il contesto e gli altri personaggi. Anzi, ho perfino fatto ipotesi che si sono rivelate completamente campate per aria e ancora non so dire se la cosa mi piaccia o meno (non perché non io non sbaglio mai, anzi, ma perché non mi spiego alcune cose).
Elisa è la versione femminile del classico uomo dei romance che non vuole impegnarsi. Ho adorato il suo sarcasmo e la sua ironia, non ho invece sopportato la sua aria da "solo quello che faccio io è giusto". Da qui commenti un po' velenosi sul personaggio (che, se non lo avete capito, non mi è piaciuto assolutamente): Elisa o vive col paraocchi oppure fa la finta tonta tutto il libro. In entrambi i casi... vabbè, lasciamo perdere. Si accorge subito appena qualcuno pare provare qualcosa di più per lei, ma oh, con quello che glielo sbandiera davanti come un torero agita un fazzoletto rosso davanti a un toro, manco l'accenno di un sentore.
Andrea all'inizio mi è piaciuto, poi è andato a rotoli. Vedete, non avendo il suo pov è difficile capire perché - al di là dei suoi sentimenti per Elisa - si comporta e parla in una certa maniera, quindi io ad un certo punto sono passata da ipotesi come l'autismo al disturbo ossessivo compulsivo. Non perché Andrea avesse qualcosa di sbagliato, non è diversamente abile né altro, ma mi serviva qualcosa che spiegasse il suo comportamento e questa spiegazione non c'è e io ne ho sentito la mancanza perché oggettivamente non tutto è giustificabile con i sentimenti o l'educazione.

«Multipli di cinque», dice, gli occhi sulla strada.
 «In che senso?»
 «Il volume», dice, e indica il contatore del livello, sul display. «Multipli di cinque, per favore»

In generale è una buona storia, l'ambientazione soprattutto è molto curata. Di nuovo, a me non è piaciuta perché spesso venivano usati termini tecnici per cui sarebbero servite delle note che invece non c'erano e ora, io non so se l'autrice conosce il mondo del''equitazione di suo o ha solo studiato molto, ma per me che mi ci sono ritrovata per la prima volta durante la lettura, non è stato un impatto amichevole dover fare supposizioni su cosa fosse cosa.

A volte ci si nasconde solo per scoprire se è rimasto qualcuno disposto a cercarci, trovarci e riportarci a casa.

Sicuramente a favore di questa storia c'è il mancato insta love. Ne passano di tempo e di capitoli prima che fra i due scocchi la scintilla e succeda qualcosa e non posso assolutamente dire di non averlo apprezzato perché sapete che l'insta love per me è un no quasi secco.
Se però non cade nel tranello dell'amore a prima vista, "Un altro giorno ancora" non è privo di cliché, tra cui quello che odio perfino più dell'insta love: uno dei due origlia una conversazione e trae le sue conclusioni senza chiedere spiegazioni con conseguente fase in cui ignora l'altro senza comunicare.
Ora, sarà che lo odio nella vita vera quindi non lo sopporto nei libri, ma il tacere le cose, il sperare che l'altro capisca leggendoti magicamente nel pensiero è qualcosa che mi fa vedere rosso. Tra l'altro, nel contesto del libro, se da parte di Andrea un comportamento simile poteva avere senso, da parte di Elisa - personaggio che dice tutto in faccia, che non vuole legami, che non ha paura di farti soffrire per dire le cose come stanno - questa cosa è completamente gratuita. Come lo è anche l'angst continuo tra i due: forzato non dagli eventi o dalle circostanze, ma solo da una totale mancata comunicazione.

Insomma, sicuramente questa storia piacerà a tutte quelle persone che vanno matte per l'angst, per l'amore per gli animali e quei finali felici, ma non troppo. Purtroppo, per quanto riguarda me, si conferma fuori dal mio gusto.

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Che ne dite Inkers?
Conoscete quest'autrice?




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8 Commenti

  1. Ahhhh ho capito perché torero ora!!!!

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  2. "questa storia piacerà a tutte quelle persone che vanno matte per l'angst, per l'amore per gli animali e quei finali felici, ma non troppo" insomma da questa frase sarebbe un libro per me... però le trame di questa autrice non mi hanno mai incuriosito...

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  3. Sembra carino dai, una lettura piacevole per i momenti di No stress! ;)

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