Recensione | Nevernight - I Grandi Giochi, di Jay Kristoff


 Recensione 


Buongiorno Inkers e buon giovedì, come state? Io mi trovo nella situazione che questa cosa del lavorare da casa per me è una manna dal cielo. Il mio livello di stress è ai minimi storici, ma avuta così poca ansia e sono decisamente più prestante. Chi me lo fa fare di tornare in ufficio?
Parlando di libri, invece, oggi vi porto la mia recensione a caldo de "Nevernight - I Grandi Giochi, di Jay Kristoff", edito da Mondadori nella collana Oscar Fantastica.



TRAMA:
NEVERNIGHT,
I GRANDI GIOCHI
THE NEVERNIGHT CHRONICLE #2
Jay Kristoff

⭐⭐⭐⭐

Editore: Mondadori
Prezzo: Cartaceo 20.00€ | Ebook 9.99€
Pagine: 467
Data uscita: 3 Settembre 2019
Genere: Fantasy
Mia Corvere, distruttrice di imperi, ha trovato il suo posto tra le Lame di Nostra Signora del benedetto omicidio, ma sono in tanti all'interno della Chiesa Rossa a pensare che non se lo meriti. La sua posizione è fragile, e non si sta affatto avvicinando alla vendetta cui agogna. Ma dopo uno scontro letale con un vecchio nemico, Mia inizia a sospettare quali siano i veri moventi della Chiesa Rossa. Al termine dei grandi giochi di Godsgrave, Mia tradisce la Chiesa e si vende come schiava per avere la possibilità di mantenere la promessa che ha fatto il giorno in cui ha perso tutto. Sulle sabbie dell'arena, Mia trova nuovi alleati, feroci rivali e domande ancora più incalzanti sulla sua affinità con le ombre.

SERIE: THE NEVERNIGHT CHRONICLE
[COMPLETA IN ITALIA]

1. Nevernight, Mai Dimenticare
2. Nevernight, I Grandi Giochi
3. Nevernight, Alba Oscura


Come per il volume precedente, anche per questo secondo capitolo mi sono presa molto tempo per leggerlo. Quasi un mese, di nuovo. Certo, nel frattempo ho letto altro, ma dedicare così tanto tempo alla lettura mi ha permesso di fare una valutazione più consapevole e meno basata solo sull'istinto.

“Se la Vendetta ha una madre, il suo nome è Pazienza.”

L'inizio del libro è stato strano, ci ho messo un po' a capire che non stava cominciando esattamente dov'era finito il primo volume, ma una volta che mi sono resa conto di dove mi trovavo a livello temporale, tutto è andato per il meglio.
Beh, più o meno.

Era cresciuta dentro i libri. Per quanto la vita diventasse cupa, chiudere fuori il dolore era facile come aprire una copertina. Era figlia di genitori assassinati e di una ribellione fallita, ma si metteva comunque nei panni di eruditi e guerrieri, regine e conquistatori.
I cieli ci concedono solo una vita, ma grazie ai libri ne viviamo mille.

Sicuramente il secondo volume di "Nevernight" è meno lento del suo predecessore, ha una spinta in più a voler ben vedere, soprattutto considerando quanto cali la pomposità dello stile. 
Tuttavia, per i miei gusti, è risultato un po' troppo ridondante con il primo capitolo perché anche se la situazione è diversa, con Mia ci troviamo come ad essere in una nuova scuola, con nuove lezioni da imparare e nuove strategie da apprendere.

“Domina la tua paura e potrai dominare il mondo.”

Non so perché alcuni lettori/blogger abbiano parlato di Mia come una protagonista crudele e spietata, davvero non me lo spiego. Mia è sì in grado di uccidere, non è stata alla Montagna per niente, ma in "Nevernight, I Grandi Giochi" abbiamo modo di esplorare ancora di più la sua maturazione ed è evidente come la sua crescita umana vada ben più al di là dei suoi singoli obiettivi.
Certo, Mia continua a non essere la mie eroina preferita - mi ha ricordato fin troppo Tris di Divergent in alcuni punti - ma non posso negare che sia un bel personaggio, la sua evoluzione c'è e si vede. Cambia forma come la sua ombra che si alimenta e cresce grazie alla paura.

«Puoi tenerti la gloria, Furian.»
Spostò gli occhi sullo scanno del console.
«Io sono qui solo per il sangue.»

Rispetto a "Nevernight, Mai Dimenticare" qui ho apprezzato davvero molto i personaggi secondari. Anche quelli che mi stavano antipatici perché li ho odiati proprio dal profondo. Kristoff con questo volume è riuscito dove aveva fallito a inizio anno: farmi affezionare ai suoi personaggi e a farmi pure partire la ship. Peccato che poi io me li veda sfuggire dalle mani come sabbia.

Riguardo al romance posso dire che la scelta di Kristoff non l'ho condivisa. Badate che non ho niente contro il "tipo" di scelta, ma per me il rapporto fra quei due personaggi è classificabile come un'amicizia, non amore, quindi ho trovato l'insieme un po' forzato.

«Ma esiste una bellezza nel sapere che tutte le cose finiscono, Mia. Le fiamme più luminose bruciano più veloci. Ma in esse c’è un calore che può durare una vita intera. Perfino da un amore che dura solo per un’illuminotte. Per persone come noi, non ci sono promesse che durano per sempre.»

A livello di trama ci troviamo davanti a una storia ancora più semplice del volume precedente e, a voler essere onesti, salvo alcune parti poteva essere completamente riassunta in qualche capitolo. Ma come nel primo volume è nell'ultimo 30% che la trama entra nel vivo e devo dire che fino a quel punto ero indecisa se stare su un 3.5 come valutazione, ma ho dovuto spostare la lancetta della bilancia perché anche se alcune cose erano chiare e prevedibili come una passeggiata durante la veraluce, il ritmo e i fatti mi hanno davvero tenuta incollata alle pagine.

Ora, con quel finale la tentazione di leggere subito l'ultimo libro è forte, ma so anche di non essere pronta. Di nuovo mi prenderò un po' di tempo per assorbire questa lettura e prepararmi alla prossima.

“Se non riesci a vedere le tue catene, a che serve una chiave?”

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E voi? A che punto siete con questa serie?




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2 Commenti

  1. Io invece non sono riuscita ad affezionarmi ai personaggi se non a Mercurio >.<
    sul romance la penso un po te, diciamo che non la vedo come un'amicizia però lo sviluppo della relazione non mi ha fatto impazzire...

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